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Maratona di New York 2010, trionfa Gebremariam. Tra le donne la Kiplagat

Alle 9.15 locali, le 15.15 in Italia, il via alla New York City Marathon edizione 2010, la numero 41. 43 mila gli atleti ai nastri di partenza.

Prima parte la gara femminile, dopo circa mezz’ora gli uomini. Dietro di loro, i comuni mortali. 42,195 chilometri da percorrere con destinazione Central Park, per la maratona più emozionante del mondo.

Le donne partono con un ritmo non troppi sostenuto, con russe, keniane ed etiopi a tirare fin dall’inizio, in un gruppetto di una ventina di unità che si stacca e prende il comando. I primi chilometri sono corsi ad un’andatura di 3’45 al chilometro, con tutte le migliori che corrono fianco a fianco. Su tutte Ludmila Petrova, Deratu Tulu e Christelle Daunay.

Anche per gli uomini partenza con freno a mano tirato. Si forma subito un gruppetto di una ventina di atleti, i migliori, che si controllano. Fra questi Gebreselassie, il più atteso, il detentore del record mondiale di maratona. Dopo il decimo chilometro, però, si inizia a fare sul serio, con i runner che cominciano a stare sui 3’ al chilometro. Il gruppo si assottiglia, restano una quindicina di atleti dopo il ventesimo chilometro, ma a perdere contatto non è nessuno dei big. Accanto al recordman ci sono Emanuel Mutai, il campione del mondo Abel Kirui, il brasiliano Do Santos e Dathan Ritzenhein.

Al 26° chilometro attacco deciso di Mutai, che parte come una lepre nel tentativo di staccare tutti. Ma l’azione dura poco. Il vero colpo di scena, che può dare la svolta, accade nell’attimo stesso dell’allungo di Mutai: Gebreselassie si ferma e si ritira. Il più atteso della giornata, alla sua prima maratona di New York, alza bandiera bianca.

Mutai continua a tirare come un forsennato, detta l’andamento del gruppo e riesce a fare selezione. Anche Kirui resta in dietro e rimangono in quattro gli atleti al comando, due keniani, un etiope e un marocchino: Gebremariam, Mutai, Bourandame e Kwambai. Ma giunti al 30° chilometro Mutai e Gebremariam si staccano e se ne vanno.

Intanto nella femminile Mari Keitani, Shalane Flanagan e la Kiplagat, dopo il 35° chilometro, allungano e restano sole in testa. La Kiplagat cerca di andarsene, con la Flanagan che è quella che soffre maggiormente. E la keniana riesce a staccare le avversarie e corre verso una vittoria che ormai nessuno le può togliere. Taglia il traguardo in 2h28’20. Seconda la Flanagan in 2h28’40 e terza la Keitani in 2h29’01.

Nella gara maschile è una lotta a due fra Mutai e Gebremariam, che percorrono gli ultimi chilometri fianco a fianco. Ma al 40° chilometro il venticinquenne etiope Gebre Gebremariam se ne va, senza lasciare scampo a Mutai. Va a vincere con il tempo di 2h08’14. Dietrro di lui Mutai con 2h09’18 e Kip Koskei, che recupera terreno e all’ultimo supera kwambai, con 2h10’39.

Marco Ceste